La spesa regionalizzata nei dati della Ragioneria Generale dello Stato mostra qualche sorpresa
Ogni anno la Ragioneria Generale dello Stato pubblica un interessante dato: la spesa pubblica regionalizzata. Questo aggregato si riferisce al totale della spesa pubblica e comprende, quindi, anche la spesa previdenziale che è gestita centralmente e costituisce circa 1/3 della spesa totale annua (il rapporto pubblicato il 20 ottobre 2020 può essere scaricato qui).
Il dato della spesa regionalizzata contribuisce a rendere l’idea dei benefici che riceve un singolo cittadino di una determinata regione più di quanto non emerga da altri dati più comunemente usati (come quello dei trasferimenti in rapporto alle tasse prodotte che è il dato più utilizzato). E chiaro che regionalizzando la spesa si divide anche quella più improduttiva, lo spreco, ma si porta a fattor comune fonti di spesa quali la previdenza, gli oneri per ammortizzatori sociali, le spese per la sicurezza. Esistono altri tipi di calcolo come quello proposto dall’Agenzia per la Coesione Territoriale che è stato di recente ripreso da uno studio Svimez e per un commento al quale si rinvia allo studio Galli-Gottardo.
Ovviamente, il dato di seguito illustrato è ricostruito eliminando le duplicazioni (ad esempio, i pagamenti interregionali) anche se può permanere un residuo di incertezza non tale, però, da inficiare il risultato generale. Il dato è comunque da considerare nella sua esatta rappresentazione: un riferimento puro di spesa in euro pro-capite, senza alcuna valutazione né della qualità della stessa né del rapporto con le entrate.
Il dato oggi fruibile è del 2018 e si presenta con qualche diversità rispetto a quanto viene comunemente affermato sul tema della spesa pubblica.
Ad esempio, in termini assoluti e guardando alla spesa corrente, risultano molto più avvantaggiati i cittadini della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige, mentre la Campania e Puglia condividono con la Lombardia e il Veneto la seconda parte della classifica e si trovano comunque sotto la media nazionale. Invece nel caso della spesa in conto capitale Trento e Bolzano scendono sul fondo della classifica, insieme alla Sicilia.
Spesa corrente regionalizzata 2018
REGIONI |
TOTALE |
|
Bolzano |
10.406 |
|
Valle D’Aosta |
8.502 |
|
Trento |
8.459 |
|
Lazio |
7.306 |
|
Sardegna |
6.051 |
|
Friuli Venezia Giulia |
5.921 |
|
Molise |
4.509 |
|
MEDIA ITALIA |
4400 |
|
Sicilia |
4.212 |
|
Basilicata |
4.180 |
|
Lombardia |
4.083 |
|
Liguria |
3.970 |
|
Calabria |
3.942 |
|
Umbria |
3.829 |
|
Piemonte |
3.873 |
|
Campania |
3.810 |
|
Toscana |
3.686 |
|
Puglia |
3.663 |
|
R |
Abruzzo |
3.748 |
Emilia Romagna |
3.738 |
|
Veneto |
3.460 |
|
Marche |
3.443 |
|
|
ITALIA TOTALE |
9.153 |
Spesa conto capitale regionalizzata 2018
REGIONI |
TOTALE |
|
R |
Abruzzo |
618 |
Lazio |
376 |
|
Liguria |
341 |
|
Basilicata |
228 |
|
Friuli Venezia Giulia |
222 |
|
Valle D’Aosta |
206 |
|
Veneto |
185 |
|
|
ITALIA (spesa regionalizzata) |
171 |
Calabria |
169 |
|
Emilia Romagna |
155 |
|
Umbria |
138 |
|
Piemonte |
136 |
|
Sardegna |
131 |
|
Campania |
127 |
|
Marche |
125 |
|
Toscana |
117 |
|
Lombardia |
116 |
|
Molise |
116 |
|
Puglia |
100 |
|
Trento |
89 |
|
Sicilia |
88 |
|
Bolzano |
11 |
|
|
ITALIA |
639 |
D’altra parte, se si guarda al dato in percentuale al PIL le prime 3 Regioni sono Sardegna, Sicilia e Calabria ma nei primi posti si trovano ancora Trento e Bolzano, mentre le regioni del nord scendono in basso nella classifica. Ciò indica che la spesa pubblica è ancora un fattore fondamentale di sostegno del PIL nelle regioni del sud.
Emerge comunque una vicinanza tra nord e sud Italia il cui elemento comune sembra essere più lo “statuto speciale” rispetto ad altri elementi visto che, con la sola eccezione del Friuli Venezia Giulia, in tutte le Regioni “speciali” la spesa per abitante in rapporto al PIL si attesta su una percentuale molto più alta della media nazionale.
Per tutti gli approfondimenti rinviamo alla lettura del rapporto qui.