Per fare un albero basta un seme?

Il collegio del controllo concomitante della Corte dei conti si pronuncia sulla misura per la piantumazione di alberi finanziata con il PNRR

Con la delibera 8/2022/CCC il Collegio del controllo concomitante si è espresso sull’intervento “Rimboschimento urbano e tutela del verde” (M2C43-1) che vede un finanziamento su fondi PNRR pari a 330 milioni di euro di cui 300 milioni per progetti nuovi. I soggetti attuatori sono le 14 Città Metropolitane.

Dall’istruttoria esposta emerge che è previsto come modalità di raggiungimento della misura anche la “semina in vivaio” e il successivo trapianto delle piantine.

Si legge infatti: “Per quanto attiene alle modalità previste per il conseguimento del target EU M2C4-19 che prevedeva di piantare almeno n. 1.650.000 alberi entro la scadenza del 31 dicembre 2022, l’obiettivo è stato conseguito con la messa a dimora di n. 2.025.170 semi e piantine di specie arboree e arbustive, di cui n. 1.504.796, direttamente dalle Città metropolitane e di n. 520.374 in adesione alla convenzione CUFA-Umbraflor” avendo l’Amministrazione insistito sulla “sostanziale equivalenza“.

Si rileva tra le criticità segnalate dall’Amministrazione anche il prolungato periodo di siccità.

La delibera individua nella decisione di considerare “equivalenti” le semine rispetto alle nuove piantumazioni una possibile problematica da sottoporre alla valutazione della Commissione.

Oltre a quanto afferma la delibera che riguarda la valutazione giuridico/contabile dell’intervento, si può anche notare che la stessa “semina” ha caratteristiche diverse: un conto è un seme di melo, un conto un pinolo, un conto una ghianda. Gli esperti la chiamano “forza seme” e indica il tempo che trascorre tra la semina e l’ottenimento di una pianta da considerarsi sviluppata, per il pino, ad esempio, la forza seme è 3 anni. Fino al compimento del tempo la pianta va considerata da “supportare” con innaffiature e cure e potrebbe non raggiungere lo stato di “adulto”.

Inoltre, sempre da un punto di vista generale, sarebbe utile valutare che nelle grandi città negli anni recenti si procede a numerosi abbattimenti di alberi ad alto fusto. E’ la classica espressione di “burocrazia difensiva”. Poichè nessun tecnico può garantire che l’albero non crollerà qualunque sia la forza del vento (e le tempeste di vento, come abbiamo visto, sono sempre più forti e frequenti) meglio abbattere. Anche il nuovo codice della strada (con le previsioni sulla sicurezza) favorisce, nei fatti, l’abbattimento senza sostituzione. Ovviamente, sarebbe utile in sede di valutazione dell’attuazione della misura nelle Città Metropolitane, aver il “saldo” tra abbattimenti e piantumazioni, poichè gli alberi finanziati dalle risorse PNRR dovrebbero essere “aggiuntivi” non sostitutivi.

La delibera per intero qui

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato.

Diritto e Conti è un'associazione senza fini di lucro. Sostienici.

Scroll to Top